Percorso in auto dalla Stazione di Colico a Fontanedo e Rusico
Dalla stazione ferroviaria di Colico dirigersi in direzione Lecco fino al distributore della Esso poi deviare per Villatico.
Costeggiare la chiesa e proseguire in Via Fontanedo, poi deviare a sinistra e subito a destra salire in Via Prà la Vaca.
Seguirla fino a quando riprende Via Fontanedo (deviazione dovuta al divieto di transito ai non residenti!).
Seguire a sinistra fino a Robustello (Acqua la Fevra). Seguire il cartello per Fontanedo e indicazioni per il rifugio Scoggione.
Di fronte alla chiesa di S.Elena con un cartello bianco indicante Fontanedo, piegare subito a sinistra,
guadare un ruscello e proseguire fino al parcheggio di Rusico dove poco distante ci sarà la partenza della camminata.
Salendo dal distributore Esso il percorso per Rusico è segnalato con cartelli indicativi, tempo previsto per l'arrivo è di circa 15 minuti.
Itinerario n° 1 - Il sentiero dei torrenti e la chiesa di San Rocco
Il percorso ha inizio di fronte al pontile per l'imbarco dei battelli in Piazza Garibaldi. Si attraversa verso Nord-est la bella piazza sino a passare innanzi alla Porto Turistico. Non imboccare la Via Montecchio Nord, ma girare a destra sul molo per percorrere la passerella di legno a lago. Si attraversano i giardini e si sbuca nuovamente sulla Via Montecchio Nord che si percorre sin dopo la recinzione del deposito nautico. Qui si lascia l'asfalto per immettersi a sinistra, verso lago, lungo una traccia di sentiero che costeggia le sponde. Si prosegue sino a giungere alla segnaletica nei pressi del ponticello sul torrente Inganna che non si attraversa. Si piega a destra e si risale lungo la sponda del torrente sino ad incrociare ed attraversare la Via Montecchio Nord e giungere al bivio per il Sentiero dei Forti.
Si raggiunge il Viale Padania e si attraversa, si sottopassa la ferrovia Colico-Sondrio per superare ed attraversare, appena dopo, la provinciale n° 72. Si prosegue diritti in Via Inganna e si risale a fianco del torrente sin- tanto che questa piega a destra. S'imbocca qui una traccia di sentiero a sinistra, che si mantiene sulle rive dell'inganna. Poco più avanti la traccia piega a destra e si giunge in località Baronia. Non appena si sbuca su strada carrozzabile, si piega a sinistra e si risale sino ad incrociare la Via Campione. Si gira a destra e, dopo cinquanta metri, subito a sinistra in Via Bassana. Si supera così, su un ponte, la SS n° 36 per poi continuare a salire lungo la Via Bassana.
Ad un incrocio a T si piega a destra e poi a sinistra sulla Via alla Gera, prima di un vecchio lavatoio. Al prossimo incrocio a T si piega a sinistra sino a giungere sull'ampio letto dell'inganna. Senza attraversare il torrente, solitamente asciutto, si piega a destra su una carrareccia che costeggia, all'interno, gli ampi argini del torrente; dopo cinquecento metri il tracciato ci porta a piegare a destra su un viottolo. Dopo venti metri si gira nuovamente a sinistra e si risale la vecchia mulattiera sino al bacino dell’'acquedotto comunale, che si costeggia a nord, verso il torrente.
Poco sopra vi è un'area da pic-nic con fontana. Siamo in località Robustello o anche Acqua della Fevra. Si continua in salita, verso destra, sulla carrozzabile, seguendo anche le indicazioni del Sentiero del Viandante. Dopo venti minuti si giunge alla chiesa di San Rocco, risalente al sec. XIV. Si prende qui il comodo sentiero in discesa sino a giungere al torrente Pedino, che non si attraversa. Si supera, con qualche difficoltà, il dossone della grossa briglia, per imboccare in discesa l'ampia carrareccia, che, attraversando numerose cascine, giunge all'abitato di Villatico. Il sentiero si addentra ora lungo gli stretti vicoli per riuscire dietro l'abside della chiesa parrocchiale di Villatico. Si scende quindi lungo la via Villatico e di seguito lungo il vicolo Madonnina, per arrivare ad attraversare la SP. 72 nei pressi delle Poste e rientrare poi nell'affollata Piazza Garibaldi.
Itinerario n° 2 - Il sentiero dei forti
Il percorso ha inizio al pontile per i'imbarco dei oattelli in Piazza Garibaldi. Per i primi venti minuti, si seguono le tracce del "Sentiero dei Torrenti", Itinerario 1, sino al ponte sull'inganna, prima di raggiungere il Viale Padania. Qui si gira decisamente a sinistra per superare il ponte sul torrente Inganna. Di fronte a noi vediamo le Torrette risalenti al XII secolo.
Si sale lungo strada asfaltata sino a raggiungere dopo poco il bivio per il Forte Montecchio, denominato Lusardi durante il Fascismo. Per gli orari d'apertura e la visita guidata al Forte, telefonare alla segreteria del Museo della Guerra Bianca +39 0341 940322 o in Municipio al numero 0341-934711.
Superato il bivio, si giunge ad un gruppo di casolari in località Monteggiolo. Si attraversa il piccolo nucleo e si prosegue lungo un sentiero protetto ai lati da muri a secco, con pietre. Ad una cascina sulla sinistra, si gira decisamente a destra, a fianco di un filare di viti, per poi prendere una dorsale che ci farà scendere alle poche case della località Erbiola. Si supera il ponte sul Canale Borgofrancone che si risale a destra, sino a lasciare a destra la diramazione con il Canale Spagnolo.
Duecento metri più avanti, un ponte ci permette di oltrepassare a destra il Canale Borgofrancone per poi giungere dopo duecento metri al bivio per il Forte di Fuentes. Anche qui si consiglia di telefonare al numero 0341-934711 in Municipio, per organizzare un'eventuale visita guidata al Forte di Fuentes.
Non volendo salire al Forte, si prosegue lungo la strada asfaltata contornata da campi di granoturco sino a raggiungere Via Monteggiolo, che si percorre per tutta la sua lunghezza. Ci si accosta alla linea ferroviaria per superare il sottopasso di Viale Padania che, dopo pochi metri, c'immette nella medesima. Duecento metri oltre si torna a superare il torrente Inganna in prossimità di una segnaletica CAI verticale. Per il ritorno in piazza Garibaldi si segue a ritroso il noto segnavia n° 8.
Itinerario n° 3 - La Baia di Piona
Il percorso ha inizio al pontile per l'imbarco dei battelli in Piazza Garibaldi. Si prende a sinistra lungo il Lungolago Polti, o meglio si prende la Passeggiata Marinai d'Italia, e si procede in direzione Ovest-sud-ovest costeggiando le belle sponde dei lago. Si supera il torrente Perlino, si riprende la via a lago sino in prossimità dei Lido. Qui si piega a sinistra e più avanti a destra, sino a raggiungere l'ingresso dei Lido.
A questo punto si risale a sinistra la via asfaltata, sin quasi a giungere al sottopasso della ferrovia. Si gira a destra nella Via dei Ciach che si percorre per almeno cinquecento metri. In prossimità di una recinzione a sinistra e dove la strada fa una leggera curva a doppia esse, si piega a 270° a destra su una carrareccia in terra battuta. Dopo cento metri si lascia la carrareccia per prendere sulla sinistra un sentiero nel bosco che, salendo, porta a quota 285 metri.
Qui alla fine di una lunga palizzata in legno ed alla presenza di un segnavia verticale dei CAI Colico, si inizia la discesa. Si giunge in breve al lago delle Canne, che si contorna a sinistra per poi scendere sempre verso il Lario. Si prende qui un largo tratturo che, costeggiando le rive del lago, porta nei pressi di alcune incantevoli rive.
II sentiero si è nel contempo fatto più stretto e dopo un tratto roccioso si piega a sinistra e NON sull'invitante traccia di destra. Si attraversa una piccola dorsale e si scende ad un acquitrino per poi arrivare su una carrareccia. Qui si gira a destra e ci si ritrova su un bellissimo prato.
Si segue il tracciato che presto porta a costeggiare nuovamente le sponde del lago e quindi alla Baia di Piona ove è in costruzione un piccolo porto. Si percorre tutto il viale contornato da grossi platani ed alla sua fine si piega a sinistra. Appena dopo un agriturismo si piega a destra e si continua sul rettilineo viale sino a giungere a vedere la Baia di Piona dal suo angolo più interno nei pressi della Casa Fontana ed all'incrocio con il sentiero n° 7, che si trova oltre la provinciale 72.
Per il ritorno, tornare sui propri passi sino all'agriturismo.
Subito dopo, sulla destra vedrete le indicazioni per la Via dei Ciach che percorrerete sino a giungere al luogo di partenza.
Itinerario n° 4 - Il Montecchio sud
Il percorso ha inizio in Piazza Garibaldi e segue lo stesso tracciato dell'itinerario N° 3 sino ad arrivare alla segnaletica verticale del Cai Colico, alla fine della palizzata in legno sul Montecchio Sud. Come da segnaletica si continua qui a salire sulla sinistra su un sentiero che, strada facendo, si fa sempre più ripido.
Dopo soli dieci minuti di faticosa salita, ci si trova alla presenza di una piccola casermetta. AI suo interno si vede una colonna che serviva all'aggiustamento del tiro dei cannoni, installati al Forte Montecchio. Il Forte, chiamato Lusardi durante il Fascismo, si trova sul Montecchio Nord e fu ultimato, nel lontano 1914, quale bastione di difesa contro l'eventuale avanzata austriaca attraverso la Svizzera.
Volgendo, infatti, lo sguardo a Nord-est si ha un ampio ed insolito panorama su Colico: si vedono distintamente, il Montecchio Nord, il più lontano Forte di Fuentes e la visione strategica dell'inizio della Valtellina e della Valchiavenna. Dieci metri più avanti si è sulla sommità del Montecchio Sud, contraddistinto da un grande Punto Trigonometrico in ferro.
Per il ritorno si segue lo stesso percorso a ritroso o, volendo, lo si può allungare, raggiungendo dapprima la Baia di Piona e poi facendo ritorno per la Via dei Ciach.
Itinerario n° 5 - L'Abbazia di Piona
Con l'auto ci si porta in frazione Olgiasca, fiduciosi di trovare un posto in uno dei pochi parcheggi, si staziona l'auto nei pressi della parrocchiale. Una segnaletica CAI invita a risalire verso il nucleo abitato, transitando sotto un androne. Si continua lungo gli stretti vicoli per girare più avanti a destra e, seguendo i segnavia n° 7, si fuoriesce dai tortuosi labirinti di viuzze.
Ci si trova su un balcone naturale con ampia vista sul lago e sulla sponda di Gravedona. Si continua sulla sinistra passando fra alcune case residenziali. Poco dopo si è nel bosco e, sempre seguendo la segnaletica, si giunge ben presto in prossimità di un roccolo per l'uccellagione.
Poco più avanti vi è uno dei più bei belvedere sulla frazione Laghetto e sulla imponente mole del Monte Legnone. Si continua in discesa, per giungere dopo poco ad una vecchia torretta, un tempo utilizzata per l'uccellagione. Qui il sentiero si trasforma in tratturo e, seguendo il suo percorso a zig-zag, si giunge nei pressi dell'antica grotta di Lourdes attigua all'abbazia.
Continuando si giunge nei pressi di un cancello, qui si devia leggermente a sinistra e seguendo le tracce di un sentiero, si costeggia la recinzione dell'abbazia. Dopo duecento metri si giunge ad un cancello di legno, che permette di scendere al parcheggio dell'abbazia e quindi effettuare un'eventuale visita.
Dopo aver visto l'importante, particolare ed interessante, sacro luogo dei frati cistercensi, si fa ritorno verso Olgiasca per mezzo del segnavia n° 7A, lungo la bell'acciottolata carrozzabile. Dopo trecento metri, sulla sinistra un'indicazione invita a prendere un evidente sentiero.
Si oltrepassa così una fonte per poi entrare ancora nel vecchio nucleo dell'abitato d'Olgiasca. Seguendo le indicazioni ci si ritrova ben presto ad incrociare il sentiero n° 7 e quindi far ritorno alla parrocchiale.
Itinerario n° 6 - L'Anello di Fontanedo
Da Colico si percorre la strada che sale a V illatico e da qui si prosegue in Via Font anedo, sino ad arrivare in località Robustello o Acqua della Fevra, a quota 452 metri.
Si parcheggia la propria auto e si scende a sinistra, per oltrepassare il letto del torrente Inganna. Poco più avanti ci si mantiene sulla destra e si transita innanzi ad un punto di ristoro.
II tratturo porta ben presto nel mezzo di castagneti. Si lasciano due evidenti e contigue deviazioni a sinistra, per proseguire sulla destra a fianco di vecchie mura di un casolare. Si continua a salire in direzione Est, per poi orientarsi ad Ovest alla presenza di un evidente tornante. Dopo cento metri la Torre di Fontanedo s'intravede fra la folta vegetazione. Alla presenza di un'evidente indicazione verticale si gira a destra, per visitare il nucleo storico ed i resti delle sue fortificazioni. Si ritorna sui propri passi per prendere a destra un invitante sentiero che, dopo aver superato una depressione, risale, sino ad incrociare la carrozzabile per Fontanedo. Vale, a questo punto, la pena risalire ancora per una decina di metri per ammirare la chiesa di S. Elena in Fontanedo.
La chiesetta è aperta al pubblico solo la prima domenica dopo il Ferragosto in occasione della Sagra di San Elena. Più avanti vi è il piccolo nucleo abitativo con ancora alcune fresche fontane, da cui il nome della località.
Per far ritorno a Robustello, si scende lungo l'ombrosa carrozzabile, sino a superare il ponte sul torrente Inganna e, di seguito, sino a giungere al parcheggio ed area di pic-nic di Robustello.
Itinerario n° 7 - La Strada Vegia
La Strada Vegia è un antico tracciato risalente, come ancora oggi mostrano degli antichi cippi in pietra, all'anno 1755. ll sentiero, ben acciottolato, permetteva di transitare da Olgiasca a Colico evitando di passare nella parte bassa, allora, molto paludosa. Da Posallo il sentiero scendeva poi a Villatico sull'attuale sentiero dei Torrenti e quindi a Colico o a Curcio.
Si raggiunge Posallo con l'auto e si trova parcheggio nell'ampio cortile antistante la Trattoria Posallo, chiedendo naturalmente prima il permesso di sosta ai proprietari della trattoria.
Con le spalle alla Croce di legno della località Posallo, si scende per circa 150 metri sulla carrozzabile. Al termine della recinzione di una villa, si gira a sinistra proprio di fronte al cancello carraio. Si costeggia la recinzione per poi scendere nel prato in direzione di un grosso castano. Qui il tracciato si fa più evidente e si superano delle vecchie cascine. Più avanti si transita a lato di una villa con bei muri in pietra e si sbuca su uno sterrato.
Scendendo di soli quaranta metri si prende a sinistra un bel sentiero, che dopo soli cento metri arriva nelle vicinanze di un ruscello, che si attraversa. Si prosegue quindi nel bosco mantenendo sempre il ruscello alla nostra destra. Si attraversano due piccoli affluenti e si lascia quindi sulla destra un largo guado che porta su uno sterrato. Lasciando poi a sinistra una cascina, da cui normalmente fuoriesce dell'acqua, si prosegue in discesa superando un tratto piuttosto scosceso. Il sentiero si fa via via più largo per uscire dal bosco su un prato, che si attraversa per cento metri.
Si gira quindi a destra e si perviene su asfalto sulla Via Filatoio Peroni. A sinistra, in discesa, si perviene presto in località La Cà, nei pressi di un lavatoio. Si gira a destra e, dopo aver fatto i sottopassi della Superstrada e quello delle ferrovie, si perviene sulla SP 72 in località Cà Fontana. Si gira a sinistra, lasciando sulla nostra destra le belle spiagge del laghetto di Piona. Venti metri prima della pietra miliare del Km 89 si risale a sinistra nel bosco.
Il sentiero, dapprima stretto, si fa più largo, superando una galleria sfiatatoio delle FFSS. Per due chilometri il tracciato, in un continuo saliscendi, ci mostrerà degli inediti panorami sul sottostante lago.
Verso la fine si dovrà attraversare un tratto con una folta vegetazione di pungitopo; il sentiero ridiscende poi sulla SP 72 in località Crottino. Si attraversa, con attenzione, la provinciale e s'imbocca l'antistante bella mulattiera che in una decina di minuti ci porterà alla bella chiesa d'Olgiasca.
Itinerario n° 8 - San Rocco di Dorio
Questo facile itinerario offre un susseguirsi di grandi e particolari panorami sul Laghetto di Piona e, a fine percorso, un grandioso scorcio su tutto il ramo nord del Lago di Como.
Si carte dalla località Posallo, raggiungibile in auto dopo aver superato la frazione Laghetto. Dapprima si seguono le evidenti indicazioni della DOL o del Sentiero del Viandante che in quel primo tratto si sovrappongono.
Si percorre l'ampia carrozzabile in cemento, sino a giungere al terzo tornante. Qui si lascia la carrozzabile e si supera una stanga. Subito dopo vi è un grosso smottamento che è superabile con qualche piccola difficoltà su un breve, angusto sentiero. Più avanti incontriamo nuovamente la carrozzabile, che seguiamo sino ad una segnaletica verticale. Si prosegue a destra in discesa, per giungere dopo pochi minuti all'alpeggio di Sparesèe con la sua simpatica chiesetta.
Si supera l'abitato su una bella mulattiera e dopo un bel bosco di castagni si giunge all'alpeggio di Perdonasco. Subito dopo, la mulattiera scende in una valletta rocciosa, che apre sull'alpe Rossecco. Si prosegue, fra splendidi panorami sul Laghetto di Piona e, dopo aver superato sulla sinistra un bivacco, costruito dagli alpini di Dorio, si perviene ad un'area da pic-nic con un grandioso panorama su Colico e sulle Alpi Retiche.
Subito dopo siamo alla sella della dorsale del Legnoncino. La mulattiera, ancora ben conservata, scende ora per circa 70 metri ad una vasta area da picnic con fontana. Poco sotto vi è la chiesetta di San Rocco, meta del nostro itinerario. La chiesetta fu edificata dai Doriesi nell'anno 1858 a ringraziamento di essere stati salvati dalla peste per ben tre epidemie consecutive. Qui i panorami sul ramo nord del lago di Como sono grandiosi e di grande impatto emotivo.
Per tornare a Posallo si percorre l'itinerario a ritroso. Diversamente si può scendere a Corenno Plinio e di seguito giungere, seguendo le indicazioni del Sentiero del Viandante, sino a Dervio. Da qui si fa ritorno a Colico con il treno.
Itinerario n° 9 - La Madonna di Bondo
Anche questo facile itinerario offre all'escursionista un piacevole vagabondare attraverso splendidi castagneti ed alpeggi, con ampi panorami sul lago. Si parte dalla località Posallo, raggiungibile in auto, e dapprima si seguono le evidenti indicazioni della DOL o del Sentiero del Viandante, che in quel tratto si sovrappongono.
Si percorre l'ampia carrozzabile in cemento, sino a giungere al terzo tornante. Qui si lascia la carrozzabile e si supera una stanga. Subito dopo vi è un grosso smottamento che è superabile con piccole difficoltà su un breve, angusto sentiero. Più avanti incontriamo nuovamente la carrozzabile, che seguiamo sino ad una segnaletica verticale.
Si lascia sulla destra la strada in discesa del Sentiero del Viandante, per continuare a salire a sinistra lungo la DOL Da questo punto in poi non vi sono più segnaletiche CAI, ma non vi sono problemi d'orientamento o di percorso. Dopo soli trecento metri incontriamo una seconda segnaletica verticale.
Invece di salire a sinistra per Vezzèe e quindi lungo la DOL, si prende la carrozzabile di destra in leggera discesa, seguendo l'indicazione Monte Piazzo. Ben presto saremo in vista dei sottostanti casolari di Rinelda. Per approvvigionamenti d'acqua è necessario scendere alle cascine. Si continua diritti lungo la carrozzabile senza badare ad eventuali deviazioni a destra o a sinistra. Si giunge così ad un piccolo gruppo di cascine in località Bedoledo.
Dopo due lunghi strappi in salita, la carrozzabile si fa pianeggiante e più avanti tende a scendere. Il bosco lascia il posto ai numerosi casolari di Monte Piazzo. Anche qui I'acqua è nei pressi delle cascine. Si continua sino a raggiungere la dorsale che scende dal monte Legnoncino. Più avanti, tutto ad un tratto, il panorama si apre sul ramo del lago che scende verso Menaggio. La carrozzabile si fa più ampia e protetta a valle da ripari.
A perpendicolo sotto di noi si può vedere l'abitato di Dono ed in lontananza la nostra meta. Dopo soli dieci minuti si perviene sul retro della chiesa della Madonna di Bondo. La chiesa è stata restaurata esternamente, in tutta la sua bellezza, nel recente anno 2005. Nei pressi della chiesa vi è un'area da pic-nic ed anche una fontana con acqua molto fresca.
Per il ritorno a Posallo si fa il percorso a ritroso. Qualora si voglia allungare la passeggiata, dalla Madonna di Bondo, si può proseguire sempre seguendo l'ampia carrareccia per giungere, dopo 40 minuti, all'abitato di Vestreno.
Itinerario n° 10 - I resti del ghiacciaio più basso d'Europa
Dopo aver parcheggiato la propria auto in località Robustello si sale a sinistra lungo il sentiero CAI Colico n° 1 B o anche Anello di Fontanedo. Più avanti si supera un ponte sul torrente Inganna e si continua a salire lungo la larga carrareccia. In prossimità di Fontanedo si lascia a sinistra l'indicazione per la torre di Fontanedo.
Anche la bella chiesa di S. Elena in Fontanedo è lasciata a sinistra per risalire sino ad una segnaletica Cai verticale. Si prende il sentiero n° 3 e si attraversa l'antico borgo di Fontanedo. Fuori delle case si tiene la sinistra in salita per giungere ai cascinali della località Strecc. Una nuova segnaletica verticale CAI indica di seguire l'itinerario n° 6A.
Più avanti si guada il torrente Inganna, per poi risalire ad imboccare un sentiero che permette di superare I'irta sponda. Dopo poco si giunge ad un'ennesima segnaletica verticale CAI e si prende a sinistra in salita il sentiero n° 6. II sentiero in salita conduce dopo circa 10 minuti nei pressi di un piccolo bacino dell'acquedotto.
Si supera, per arrivare poco dopo in piano ad affrontare I'ingresso nella stretta valle. A perpendicolo sopra di noi possiamo vedere la croce di vetta della Cima dello Scoggione e, più a destra, l'anticima del monte Legnone. Si prosegue con facili saliscendi sino ad uno smottamento che si supera con qualche piccola difficoltà. Dopo poco siamo davanti a quello che resta del ghiacciaio più basso d'Europa.
I nostri nonni raccontano che sino agli anni 1950-60 usavano venire in Valorga a prendere del ghiaccio per conservare i cibi ed in particolare, nel giorno della Sagra di San Rocco, il ghiaccio era recuperato per preparare dei prelibati gelati di vaniglia che erano venduti nel giorno della sagra.
Ora, del ghiacciaio rimane solo qualche grossa slavina, il più delle volte coperta da detriti terrosi o da tronchi. Si ritorna per il sentiero di salita sino ad incrociare la prima segnaletica verticale, dove si continua diritti lungo il segnavia n° 6. Ben presto il sentiero si unisce alla carrozzabile forestale per l'alpe Rossa.
Si scende lungo la stessa sino ad incontrare la segnaletica verticale del sentiero n° 1A. Si lascia a questo punto la carrozzabile per scendere a destra. Ben presto siamo alla presenza di cascinali e poi di case, in località Monte Croci. Si seguono le indicazioni in discesa e ci si ritrova sulla carrozzabile che avevamo da poco lasciato.
Si prosegue a destra per giungere dopo poco alla nostra auto, in località Robustello.
Itinerario n° 11 - Il Sentiero del Bregamin
Dopo aver parcheggiato la propria auto in località Robustello, si sale a sinistra lungo il sentiero CAI Colico n° 1 B o anche Anello di Fontanedo. Più avanti si supera un ponte sul torrente Inganna e si continua a salire lungo la arga carrareccia. In prossimità di Fontanedo si lascia a sinistra l'indicazione per la torre di Fontanedo.
Anche la bella chiesa di S. Elena in Fontanedo è lasciata a sinistra, per risalire sino ad una segnaletica CAI verticale. Si prende il sentiero n°3 e si attraversa l'antico borgo di Fontanedo. Fuori delle case si tiene la sinistra in salita per giungere ai cascinali della località Strecc. Una nuova segnaletica verticale CAI indica di seguire l'itinerario n°3.
Si passa attraverso uno stretto viottolo fra due cascine sino a raggiungere il bosco. Il sentiero volge ancora a sinistra per guadagnare la dorsale rocciosa. Non appena si raggiunge la dorsale, il sentiero piega decisamente a destra e continua a seguire la dorsale superando delle rocce verso sinistra.
La salita si fà più avanti veramente irta e difficoltosa e si consiglia di non perdere di vista la segnaletica per non trovarsi in difficoltà. Dopo un'abbondante ora di salita verticale si giunge in località Bancol, alla presenza di una segnaletica verticale. Ci si congiunge qui al sentiero normale di salita allo Scoggione n° 1 B. Si prosegue lungo il sentiero n° 1 B e dopo soli quindici minuti ci si ritrova sui pascoli dello Scoggione con di fronte a noi la maestosa piramide del Legnone.
In breve si arriva al visibile rifugio. II rifugio è aperto nei weekend da metà Giugno a metà Settembre.
Itinerario n° 12 - L'Anello di Rusico
Dopo aver parcheggiato la propria auto in località Robustello si sale a sinistra lungo il sentiero CAI Colico n° 1 B o anche Anello di Fontanedo. Più avanti si supera un ponte sul torrente Inganna e si continua a salire lungo la larga carrareccia.
In prossimità di Fontanedo, e poco prima della bella chiesa dedicata a S. Elena, si piega decisamente a sinistra, si supera dapprima un ruscello e si transita sotto la Locanda La Rossa. Si continua con una dolce salita lungo la carrareccia fra bellissimi boschi di castani centenari.
Nei pressi di una cascina, recentemente ristrutturata, la carrareccia svolta a destra e per mezzo di due ripidi tornanti raggiunge i bei boschi di Rusico. Si continua sulla carrareccia sino ad incrociare il segnavia verticale del CAI Colico, che ci avverte di essere giunti ai Monti di Rusico.
Dopo aver visitato il piccolo altopiano con le sue baite, si scende per mezzo del sentiero CAI Colico n° 1 B. In pochi minuti si giunge alle baite alte di Fontanedo e subito dopo si incrocia la carrareccia che in un minuto ci porta alla chiesa di Fontanedo e, di seguito, a Robustello sul sentiero percorso in salita.
Itinerario n° 13 - Il Rifugio Scoggione
Dopo aver parcheggiato la propria auto in località Robustello si sale a sinistra lungo il sentiero CAI Colico n° 1 B o anche Anello di Fontanedo. Più avanti si supera un ponte sul torrente Inganna e si continua a salire lungo la arga carrareccia. In prossimità di Fontanedo si lascia a sinistra la bella chiesa di S. Elena e si prosegue sino ad incrociare la segnaletica verticale CAI Colico.
Seguendo il segnavia N° 1 B si piega a sinistra e si risale il vallone, sino a giungere al piccolo altopiano dei Monti di Rusico. Si piega a destra lungo la carrareccia per circa trecento metri, dove una chiara indicazione invita a girare a sinistra per imboccare un sentiero.
Seguendo le indicazioni si giunge, dopo cinquecento metri, su un punto panoramico di notevole interesse.
La salita proseguirà poi in un bosco di castagni sino a giungere all'alpe Prato a quota 958 m. Da qui ha inizio un bosco ceduo con molti faggi sino alla località Pian Formica, m. 1218, dove ci si può rinfrescare ad una fonte.
Da qui in poi il bosco di faggi si mischia con abeti e larici, per condurci al suo limitare davanti alla imponente piramide del Monte Legnone. Si risale I'ampio spiazzo prativo, ricco di mirtilli e rododendri per giungere in vista del sovrastante rifugio, immerso in una bella verde cornice di larici.
Il Rifugio è aperto nei week-end da metà giugno a metà settembre. Per tutti gli altri periodi il rifugio è a disposizione degli escursionisti CAI che ne facciano richiesta, telefonando al numero 0341-941277 333-9499274.
In tali periodi naturalmente ci si deve autogestire.
Il rifugio dispone di 24 posti letto, di acqua calda, riscaldamento, doccia, servizi, cucina e telefono.
Itinerario n° 14 - La Cima di Scoggione
Si lascia il rifugio per salire a imboccare la vecchia strada militare ed immetterci nella lussureggiante lariceta che sovrasta l'alpeggio. In un'oasi di meravigliosa pace si percorrono i primi tornanti sino a giungere ad un ponte in legno ricostruito dal nostro socio il Saggio nell'estate del 2003.
Si prosegue lungo l'invitante sentiero sino a compiere un tornante sulla nostra destra. La lariceta di tanto in tanto lascia ampi spazi per degli stupendi panorami sulla Valchiavenna e sulla vicina bassa Valtellina. Si giunge quindi ad un tornante sulla sinistra e si prosegue sempre lungo il vecchio tracciato militare per arrivare ad una segnaletica verticale addossata ad un muro di pietre. La strada militare prosegue diritta, ma noi imbocchiamo un tracciato laterale che svolta decisamente a destra.
Di fronte a noi vediamo una baita recentemente ristrutturata, si tratta della "Baita del Lago". Si transita poco sotto la baita e si continua lungo l'evidente tracciato. Quello che rimane del vecchio invaso del lago di Scoggione si trova sulla nostra sinistra; il più delle volte l'invaso è però asciutto a causa di una perdita naturale verificatasi già nel lontano 1960.
Poco prima che il tracciato entri nuovamente nel bosco è consigliabile girare a sinistra per arrivare, dopo soli cinquanta metri, ad un meraviglioso balcone sul lago di Como e su Colico. Lo spettacolo è veramente grandioso e, se le condizioni meteo sono al meglio, i panorami si perdono oltre confine. Ritornati sui nostri passi, si continuerà sul vecchio tracciato militare sino nei pressi della vetta, che sarà risali¬ta in soli due minuti.
Fra resti di vecchie trincee, sulla sommità svetta una modesta croce, simbolo più alto della Vetta dello Scoggione. Per il ritorno, si procede a ritroso sul medesimo itinerario, sino a ritornare al Rifugio Scoggione.